s f o g o

20050106

1/12/04

La pioggia mi riporta
a te.
Come può essere?
Forse perché è al di là
del mio volere,
forse perché riesce a
influenzare il mio umore e
tutta la mia giornata.
Come fai tu.

Non mi piace la pioggia,
ma dal principio è stata
nostra amica.
Ricordi? hai detto tu che
"quando ci incontriamo,
piove sempre".

La pioggia mi riporta
a te.
Come questa notte nera,
indefinita, così confusa
e bellissima.
Palpabile, l'oscurità
è concreta sulla mia
persona
e tu sei il mondo
sulla mia persona.

La pioggia mi riporta
a una sera
d'estate, e a quella sigaretta
fra le tue dita.
Non ti vedevo nemmeno
in viso
ma i tuoi pensieri erano
chiari e forti.
Li respiravi e ne avevi paura.

Nella luce, ti vedo
in viso,
ora.
Uno scatto, nella mia mano
resta la tua vita
in quel secondo.
Uno scatto, nei miei pensieri
si aggiungono
i colori.

La pioggia mi riporta
a te.
Ai passi portati avanti
guardando un punto,
che non vedo! cerco,
ma non vedo! e i tuoi
occhi
sono altrove, cercano
là, in fondo.

Il freddo mi riporta
a te,
con la violenza di una
perdita, con la
follia inutile
della ricerca di una bambina troppo grande.
Il freddo mi riporta
il tuo viso,
rivolto a un infinito,
illuminato da un altro
momento.

Mi porta le tue parole
alle orecchie
e le tue inespresse volontà
nel cuore.
Le vedo, le leggo, le amo.

13/12/04
(scrivo al pensiero di te)

Sulle labbra
il tuo nome scorre
prende forma.

Cosa ti posso
regalare?
Il mio lieve respiro,
a volte sereno
spesso concitato dietro
a forme che non
raggiungo.

Ti posso regalare
il momento di libertà
che mi pervade
appena faccio un passo...
un solo, unico, piccolo passo.
Quando mi ritrovo
persa tra domande
e pensieri altrui,
dei pensieri di loro
che sanno e si stupiscono,
sorridono per ciò che
vedono
e non si soffermano su ciò che

non c'è.
O è nascosto?
Devo cercare la forma
delle parole altrui.

Ti posso regalare
ciò che trovo, sincero,
il mio momento di
notte
serena, profonda e incerta.
Ti regalo la mia
inquietudine
quieta e arresa di fronte a te,
te, disarmante
che rispondi senza nemmeno
vederla
- ma c'è? -

C'è, sì.
C'è, quando dai miei
sogni
la mia vera casa
- non questa -
ma la casa che
avrà il mio nome,
ecco: quando la mia casa
reclama
nel pulviscolo, la tua presenza.

C'è, sì.
Da quando la
mia luna
nel mio cielo,
è circondata dalla foschia
ed è di un colore
blu vellutato,
pesante
quasi polveroso,
come un jazz suonato
dopo la pioggia.

Ti posso regalare
la difficoltà che ho
del mondo,
forte adesso
perché solo adesso
lo sento e lo vivo.
Solo adesso che
filtrato dal tuo camminare,
riesce a toccarmi.

Ti regalerò
la mia piccola ruota,
con i suoi piccoli
e preziosi fiori.
Ti regalerò
un nome che non esiste,
per essere solo e unico
e libero dagli sguardi altrui.
Ti regalerò la costanza
dei colori che vedo.

La luce del mattino
ovunque,
ti porta il loro profumo.

scritto da Anonimo
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non posso tenermi tutto dentro

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