mattina stropicciata
senza nient'altro in testa che quelle parole
sentirsi vecchi di fronte all'anno appena passato
di fronte a quei progetti disfatti
sentire in questo limbo distratto
le voci ovattate del sale e del mare
di domeniche assolate ed esauste
che rigenerano nuova vita nelle mie vene
sentire in quest'eccitazione disordinata
le voci pungenti e dense di silenzi dell'infanzia e della normalità
che morbide accarezzano i tuoi capelli
cercando di tenermi con loro
sentire nel mezzo di questo sentiero scarno e pietroso
rime, musiche, lacrime ed enormi tristezze
uno stupore rosso che si nutre dell'erba,
della luna, della notte
un vagabondare per restare, per fermarsi
un dondolìo che infrange il mio nome e la mia identità
e sentire sulle labbra nient'altro che le sue parole
che bruciano di miele
che cambiano e crescono ogni giorno
che legano il mio pensiero
scoordinato
in una sera fatta di terra calda e buio attorno
scritto da Anonimo